Il più antico documento che fa riferimento a Calcio è certamente una carta del 1035 di cui una copia è conservata anche presso la Biblioteca Comunale di Bergamo . La carta dice testualmente che ''in loco Calzo ubi dicitur ad Geram'' erano collocati i beni di proprietà del vescovo di Cremona.
Questo documento del 1035 è in realtà una permuta che indica il trapasso della proprietà di Calcio dal vescovo di Cremona a una famiglia privata che poi la cedette (forse per ''donazione'', com’era d’uso a quei tempi) al Convento dell’Ordine degli Umiliati di San Lorenzo in Cremona.
La dipendenza di Calcio da Cremona è quindi riconfermata anche da documenti successivi. Nel 1202, per esempio, il vescovo di Cremona Sicardo affidò la concessione feudale della pieve e il capitanato di Calcio alla famiglia Sommi, mentre due ordinanze del Comune di Cremona, datate rispettivamente nel 1311 e 1308, ribadiscono la supremazia amministrativa di Cremona su Calcio.
Fu soltanto nel 1311 che Calcio riuscì a sganciarsi dalla predominanza cremonese e venne aggregata al distretto di Soncino. Però fu una libertà di breve durata, dato che verso la metà del Trecento l’intera zona tornò di proprietà del convento cremonese di San Lorenzo.
Nel 1364 il convento di San Lorenzo cedette il feudo di Calcio a un certo Aliprandi, il quale lo trasmise quasi subito, attraverso un regolare atto di vendita, a Regina della Scala, moglie di Barnabò Visconti Signore di Milano.