Dopo la Rivoluzione Francese

Gli avvenimenti della rivoluzione francese mutarono la storia del mondo e perciò anche di Calcio. 

I condomini si affrettarono a far sparire gli stemmi nobiliari dalle facciate dei loro palazzi per non urtare la suscettibilità repubblicana dei francesi e pensarono di rabbonirli offrendo loro denaro e viveri in quantità. 

E forse tale offerta riuscì ad evitare i temuti saccheggi e le violenze. 

Nel 1797 l ‘armistizio di Campoformio metteva fine per sempre alla millenaria repubblica di Venezia, i cui territori, ad esclusione delle province lombarde, vennero ceduti all’Austria. Bergamo e Brescia vennero aggregate alla nuova Repubblica Cisalpina, istituita sul modello della repubblica francese. Le antiche province vennero perciò denominate ''dipartimenti''; Bergamo diventò capoluogo del ''Dipartimento del Serio'', cui furono aggregati alcuni comuni della diocesi di Cremona, tra i quali anche Calcio. 

Tra i primi provvedimenti presi dal nuovo governo repubblicano vi fu l’abolizione dei titoli nobiliari e di tutti i privilegi feudali. 

Caduta la Calciana nel 1803 nasce il nuovo comune che assume il nome di ''Municipalità di Calcio ed Uniti'' (Calcio, Pumenengo e Torre Pallavicina). 

Le riforme del governo napoleonico non impedirono agli ex signori di Calcio di mantenere ben saldo il loro controllo sull’antico feudo, tuttavia bisogna riconoscere che la nascita del comune segnò l’inizio di una nuova era per l’intera Calciana.

L'Ottocento

All’arrivo degli Austriaci nel 1815, dopo la caduta di Napoleone, gli ex Signori di Calcio non persero tempo a richiedere all‘imperatore austriaco la restituzione dei privilegi aboliti dai Francesi. 

Ma i tempi erano ormai cambiati: gli antichi privilegi non furono più ripristinati e Calcio rimase definitivamente entro i confini della provincia di Bergamo. 

Il Congresso di Vienna (1815) sancì la nascita del regno Lombardo-Veneto sotto il diretto controllo dell’Austria. Intanto il paese, che attorno al 1835 superava i 2.500 abitanti, si andava modernizzando: dal 1831 aveva ottenuto un mercato mensile del bestiame; nel 1834 fu inaugurato l’impianto di illuminazione pubblica. 

L’efficiente polizia austriaca, che aveva saputo reprimere con fermezza il fenomeno del banditismo, non riusciva però a fermare le nuove idee di libertà che cominciavano a diffondersi tra le persone di cultura e tra coloro che avevano militato negli eserciti di Napoleone. Un rapporto della polizia del 1834 indicava nella casa di Marco Seçco d’Aragona un luogo di ritrovo dei ''cospiratori'' massoni e liberali. 

Il Risorgimento

Anche a Calcio era ormai iniziato il risorgimento nazionale. 

I primi anni del nuovo Regno d’Italia furono difficili anche per Calcio. Il paese contava quasi tremila abitanti, ma le risorse economiche erano insufficienti al fabbisogno della popolazione. Nel 1862 i Secco abbandonarono definitivamente il paese. 

Il primo Sindaco di Calcio fu Bortolo Bonetti. 

La nuova Amministrazione Comunale intensificò gli sforzi per portare il progresso in paese: istituì nuove classi elementari e le scuole serali per adulti analfabeti, diede impulso al commercio incrementando l’attività del mercato mensile del bestiame, protesse l’agricoltura assumendo un veterinario e promuovendo corsi serali per contadini; scavò pozzi per l’acqua potabile, costruì il nuovo municipio con annesse le aule per la scuola (1864). 

Nel 1875-76 ottenne, con l’aiuto del senatore Ercole Oldofredi, la costruzione della stazione ferroviaria sulla nuova linea Treviglio - Coccaglio. 

Anche la parrocchia, dal canto suo, riprese i lavori di costruzione della nuova chiesa e riuscì a portarli a termine nel 1880. 

Nonostante i problemi economici dovuti alla mancanza di posti di lavoro, nonostante l’elevato numero di emigrati e le ricorrenti epidemie di colera, alla fine del secolo Calcio poteva essere considerato uno dei più grossi e importanti centri della ''bassa'', con una popolazione che superava ormai le 3.000 unità ed un’economia basata quasi esclusivamente sull’attività agricola. 

Le attività commerciali ed industriale erano strettamente legate alla produzione agricola: funzionavano infatti i mulini da grano, 5 torchi per la produzione di olio di semi, due macellerie bovine ed una equina, 14 osterie, 12 caffè ''liquoristi'' e 7 panetterie. L’unica industria di una certa importanza era rappresentata dall’incannatoio, sorto sul luogo di un’antica filanda, che occupava in media 160 operaie. 

Il Comune favorì in ogni modo l’incremento del commercio e dell’industria: l’azione intrapresa da anni per la realizzazione di una ''stazione di Calcio'' fu portata avanti anche con notevoli sacrifici finanziari, proprio nella prospettiva di ampliare ed incrementare l’attività commerciale ed industriale sul territorio comunale. Nel 1879 fu istituito un ufficio telegrafico. 

Si sentì ben presto la necessità di disporre di un istituto di credito operante in paese e così, nel 1903, nacque la ''Cassa Rurale''. 

Nello stesso anno entrava in funzione il primo telefono pubblico. Verso la fine del secolo sembrò che Calcio fosse destinato ad un notevole sviluppo industriale e commerciale. 

Furono invece i vicini centri di Romano e Palazzolo a decollare industrialmente e demograficamente, e Calcio perse definitivamente la sua tradizionale posizione di primato tra i centri della ''bassa bergamasca'' probabilmente per la troppa lontananza della ferrovia dal centro del paese.