La Calciana, posta sul confine tra la Repubblica di Venezia e il Ducato di Milano, esonerata da ogni contribuzione, separata e circoscritta nella sua amministrazione, era come un porto franco in mezzo agli attigui paesi. ed era a poco a poco divenuta il centro e il ricettacolo di tutti i contrabbandieri, l’emporio delle loro merci. 

La Calciana, quindi, fu al centro di un’intensissima attività di contrabbando soprattutto durante i secoli XVII e XVIII. 

Secondo gli storici l’origine delle attività clandestine di contrabbando era da ricercare nei privilegi goduti da queste terre e nella loro posizione di confine. A quei tempi era molto facile incorrere nel reato di contrabbando, in quanto tutte le merci, ogni qualvolta superavano il confine de territorio di una città o di uno stato, venivano sottoposte al pagamento di un dazio. Poiché le tariffe dei dazi erano sempre molto elevate e finivano con l’incidere vistosamente sul prezzo della merce, il contrabbando garantiva un prezzo competitivo ed un margine sicuro di guadagno. 

Il governo milanese fece sempre il possibile per arginare questo fenomeno, che danneggiava le finanze dello stato ma, nonostante le pene severe previste per il reato di contrabbando, non riuscì mai a debellare questo fenomeno, al quale era strettamente connessa la diffusa criminalità, altra piaga sociale che caratterizzava le comunità della Calciana.

Il governo austriaco

L’illuminato governo di M. Teresa d’Austria (1740/1780), pur riconoscendo la Calciana come ''zona franca'', riuscì ad imporre ai condomini alcune importanti innovazioni nell’amministrazione civile della comunità, che vennero dotate dei medesimi organismi previsti anche per gli altri comuni del ducato. L'istituzione del cancelliere comunale (1752) e del Convocato Generale non eliminarono però la supremazia dei condomini. 

Fu inoltre istituito un corpo di guardia speciale per combattere l’attività dei contrabbandieri. Contro costoro furono emanate leggi severissime che prevedevano, tra l’altro, la possibilità che qualsiasi cittadino potesse arrestare un contrabbandiere e avere in cambio metà della merce sequestrata. 

Simili provvedimenti trovarono però una forte opposizione da parte degli abitanti della Calciana, molti dei quali avevano nel contrabbando l’unica fonte di sostentamento. 

Qualche volta le azioni repressive delle guardie provocarono proteste e disordini da parte della popolazione stessa. 

Il governo austriaco tentò comunque di migliorare le condizioni di vita della popolazione, proteggendo le attività commerciali ed artigianali, favorendo la nascente industria ed introducendo nei contratti agrari norme più favorevoli ai cittadini, 

Nei confronti del problema della criminalità gli austriaci agirono con estrema energia: a Calcio, tra il 1740 e il 1762, furono eseguiti alcune decine di processi per omicidio e per tentato omicidio. 

In pochi decenni la situazione economica della Calciana migliorò sensibilmente tanto che la popolazione, verso il 1780, sfiorò le 3.000 unità. Le migliori condizioni di vita consentirono anche la realizzazione di importanti opere pubbliche e private: la fondazione dell’ospedale (1744), la costruzione della nuova Casa dell’arciprete e l’inizio dei lavori della nuova grandiosa parrocchiale (1762/1772), la realizzazione del ponte in muratura sull'Oglio (1777), la nascita di alcune belle dimore private come il palazzo del Rivellino, il palazzo di Via S. Fermo e i palazzi di corso Umberto I.